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lunedì 14 marzo 2016

FINALMENTE TESTAGRIGIA

Sono le 4.35 di sabato mattina. Il treno si ferma alla stazione di San Severo, in Puglia. Mi sveglio e guardo fuori dal finestrino: da solo, seduto di fianco ai binari, vedo un bellissimo pastore maremmano bianco. Amo i cani, li amo anche più delle persone. Immagino che viva qui. Ha gli occhi tristi e lo sguardo malinconico: lo porterei subito a casa. Non so quale sia la sua storia, ma la mia, invece, incomincia nel 2012, quando i birders pugliesi avvistarono un Gabbiano testagrigia (Chroicocephalus cirrocephalus), una specie di origine sub-sahariana mai osservato prima in Italia.
Da allora si è fatto vedere saltuariamente tra Bisceglie e Molfetta, attirando tantissime persone da tutta Italia e da mezza Europa.

Uno scorcio del porto di Bisceglie



Ho spesso avuto la tentazione di andare a cercarlo, ma la distanza e la paura di un insuccesso mi avevano sempre fatto desistere. Solo recentemente, però, sembrava abbastanza fisso nel porto di Bisceglie e, così, ho deciso di tentare, coinvolgendo gli amici Luca "il Moro" Bonomelli e Luca "il Biondo" Bergamaschi.







Alle 6.11 il treno arriva a Bisceglie, il tempo di arrivare al porto, perdendoci anche nei vicoli del centro, e troviamo lui, l'oggetto del nostro desiderio. Posato in cima al molo svetta sui suoi “cugini nordici”, i Gabbiani comuni; sembra lì che ci aspetta. Sono le 6.45, abbiamo viaggiato per 913 kilometri in quasi 10 ore di treno, il tempo è orribile, ma la soddisfazione è ai massimi livelli. Cerchiamo di avvicinarci e, lungo la strada, ci fermiamo a prendere due brioches alla crema per cercare di attirare i vari gabbiani presenti.


Lo troviamo in acqua, ma non appena comincio a lanciare i pezzi della brioche avanzata (l'altra, destinata al gabbiano, è invece finita nelle nostre di bocche), arrivano subito, compreso il testagrigia. Con le mani sporche di crema chantilly cerco di scattargli le prime foto, con il solo risultato di rendere più buona la macchina fotografica.


Il gabbiano è estremamente confidente, si lascia ammirare benissimo, a pochi metri di distanza. E' stupendo, in perfetto abito riproduttivo, con il cappuccio grigio su cui spicca l'occhio chiaro, il becco e le zampe sono rosso corallo, mentre il mantello è di un grigio più scuro rispetto ai Gabbiani comuni
che gli stanno intorno.

L'urlo del testagrigia





































Abbiamo approfittato della gentilezza dell'amico Angelo Nitti, che sabato ci ha portato nella zona 
delle saline di Margherita di Savoia.

Luca & Luca controvento
Le saline sono vastissime e ricche di vita, nonostante la giornata veramente sfigata, con vento forte e pioggia. Tra i tanti Fenicotteri (tutti abbastanza lontani) e gli onnipresenti Falchi di palude costantemente in caccia, abbiamo anche osservato: Marangone minore (alcuni), Grillaio (11 in zona San Floriano), una solitaria Gru, limicoli vari: Fratini, Corrieri piccoli e grossi (3), Avocette, 1 Cavaliere d'Italia, Pettegole, Totani mori, Piovanelli pancianera e 3 tridattili (a Barletta), Gambecchi comuni, Chiurli maggiori.
Gabbiani: numerosi rosei, una decina abbondante di Zafferani ed un comune leucistico a Barletta
Rondini, Balestrucci ed un Rondone maggiore.
Passeriformi: tantissimi, per gente come noi, dove in campagna sono quasi spariti. Soprattutto Saltimpali, Cappellacce e Beccamoschini, ma anche un Forapaglie castagnolo in canto a San Floriano.



Salutiamo Angelo e, dopo aver preso un bell'acquazzone, andiamo a farci un'ottima mangiata a base di prodotti tipici pugliesi e, quasi rotolando, torniamo al bed&breakfast. 
Domenica mattina avremmo la sveglia alle 8, ma alle 7 eravamo già tutti svegli, così decidiamo di tornare dal testagrigia. Lo ritroviamo nello stesso posto e, forse, riusciamo a vederlo ancora meglio di ieri.

Una panoramica degli ambienti e del territorio che
circonda Matera
Alle 9 abbiamo appuntamento ancora con Angelo, che, questa volta, ci porta in Basilicata, a Matera, nonostante il tempo pessimo. 
Angelo conosce alla perfezione ogni angolo di questa meravigliosa terra e ci porta in zone remote e impossibili da ritrovare.
Ci ero già stato nel 2012, in un'altra stagione e mi era rimasta nel cuore. Anche se forse non era il momento migliore per il birdwatching, queste zone sono comunque piene e ospitano specie minacciate e molto rare, se non assenti, altrove. I paesaggi sono sempre notevoli, lo sguardo si perde su dolci colline quasi senza fine ed estremamente disabitate. Non è un caso che in quest'area ci siano anche il Lupo e la Lontra (che probabilmente non vedrò mai). Purtroppo era ancora presto per lo spettacolo dei migliaia di Grillai che vivono nel rione dei Sassi di Matera.

Mi sono ripromesso di tornare un'altra volta, per riuscire a godere totalmente di tutte le meraviglie che la Basilicata offre.

Comunque, siamo riusciti a vedere: Cicogna nera, Smeriglio (1 femmina nella murgia materana, mentre cercavamo, senza successo, le Calandre), Lanario (coppia), alcuni Nibbi reali2 Aquile minori in morfismo chiaro al lago di San Giuliano (Angelo era particolarmente contento), 4 Spatole, Marzaiole (3 maschi con le Alzavole al lago di San Giuliano), Rondini rossicce (almeno 4) in mezzo a centinaia di Rondini, con Balestrucci, un Topino ed un Rondone maggiore al lago di San Giuliano.

Io, Luca "il Biondo" e Angelo in azione al lago di San Giuliano

I tuoni si fanno più vicini, inizia a piovere e dopo poco siamo dentro ad un temporale. Lungo la strada troviamo anche grandine e la nebbia. Angelo ci lascia di nuovo al porto di Bisceglie e noi lo salutiamo. Cerchiamo ancora il mitico testagrigia, ma non riusciamo a trovarlo. 
In mare, al largo, ci sono moltissimi gabbiani e riusciamo a scorgere anche qualche Berta maggiore.
Si fa buio e ne approfittiamo per fare un giro della città.







Alle 22 abbiamo il treno che ci riporta verso casa: altri 850 kilometri in 9 ore di viaggio, ma ne approfittiamo per fare una bella dormita.
Arrivati in stazione centrale saluto i miei compagni di viaggio, i pazzi con cui ho condiviso questa bellissima avventura.
Alle 9.30 sono di nuovo a casa.